Onore alla Nasa che ha portato il primo uomo sulla Luna, giusto cinquant’anni fa. Ma anche loro sbagliano, anche quando non dovrebbero. Questi sono due capitoli del mio libro “De Scemitudine” in cui raccolgo le storie di scemenze galattiche dall’antichità a oggi.

La Nasa ha perso il filmato del primo uomo sulla Luna: la videocassetta è stata cancellata e riutilizzata.

Tutti abbiamo avuto delle videocassette in casa, magari per registrarci quel film che avevi aspettato tanto e che trasmettevano in televisione proprio quando sull’altro canale c’era la diretta della partita di Coppa. Una volta visto il film, che facevi? Riavvolgevi il nastro e ci registravi sopra di nuovo, magari il cartone per i bambini, perché le videocassette le riutilizzavi, a meno che non fossero sacre perché ci avevi registrato la prima comunione della piccola. Così ragiona una famiglia. Ma alla Nasa non la pensano allo stesso modo. Loro riutilizzano tutto, ma proprio tutto. Cioè registrano magari lo sbarco del primo uomo sulla Luna dell’Apollo 11, e poi lo cancellano per riutilizzare il nastro magnetico. Incredibile? No. È andata esattamente così. Come riporta la Reuters, la Nasa l’ha scoperto e annunciato, sconsolata, nel 2006: “Nessuno riesce a trovare le videocassette dell’allunaggio del 1969”, quello della celebre frase di Neil Armstrong “è un piccolo  passo per l’uomo, ma un grande passo per l’umanità”.

 

Da allora Richard Nafgzer, un ingegnere dell’ente spaziale che sovrintendeva alle riprese tv della missione Apollo 11, ha cercato quel video in tutti gli archivi della Nasa. Non l’ha trovato, ma ha saputo dov’era finito: in mezzo a 200 mila altre cassette che erano state cancellate e riutilizzate. Cosa si fa per risparmiare. Eppure non esiste un documento più importante nella storia dell’umanità. È come aver buttato via il film della nascita di Gesù a Betlemme, il video dell’assassinio di Giulio Cesare a Roma o quello di Cristoforo Colombo che scende dalla Santa Maria con la bandiera e battezza Hispaniola.

Una copia del filmato del luglio 1969 è stata trovata negli archivi della Cbs: è stata trattata da una società specializzata, che lavora con i registi di Hollywood, che ha digitalizzato il tutto e ha ripulito le immagini, che erano un po’ sfuocate e sgranate. Questa è una buona notizia. Che, però, ha fatto la felicità dei complottisti: secondo voi cosa pensano i cospirazionisti del fatto che si sono persi i filmati dello sbarco e che una società di Hollywood ha lavorato attorno alle riprese ritrovate dalla Cbs? Che sulla Luna non ci siamo mai andati e che la missione alla Nasa se la sono inventata. Della serie: quando il rimedio è peggiore del guaio.

 

Finisce distrutto il satellite in orbita attorno a Marte perché sulla Terra hanno confuso il “pollice” con il metro

Ma non è l’unico guaio che la Nasa ha vuto nella sua sessantennale storia. C’è anche questo infortunio, altrettanto grave. Leggete.

Qual è il modo più scemo per buttare via un satellite spaziale da 128 milioni di dollari? Semplice: farlo costruire da un team di ingegneri che usa il sistema di misurazione inglese (quello basato sui pollici, per capirci) mentre la Nasa, che lo ha commissionato e lo deve utilizzare, usa il più diffuso sistema metrico convenzionale. Incredibile, vero? Eppure è accaduto. E sì che progettare e realizzare un satellite spaziale non è esattamente come costruire un pupazzo di neve: servono anni e competenze raffinate. Non si capisce bene, in un lavoro di quella portata, come sia possibile parlare due lingue diverse per lungo tempo e non rendersene conto. Anzi, capirlo solo quando il satellite è arrivato destinazione dopo un viaggio di 225 milioni di chilometri.

La notizia è diffusa dalla Cnn il 30 settembre 1999, quando la Nasa ammette che razza di pasticcio ha combinato. Il satellite è stato costruito dalla Lockheed Martin di Denver (Colorado) mentre il controllo del volo è affidato al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena (California). Il bello è che il Mars Climate Orbiter, un satellite che doveva studiare il clima di Marte, era stato pure lanciato l’11 dicembre 1998 e aveva effettuato il suo viaggio. Quando ha dovuto avvicinarsi al pianeta, il 23 settembre 1999, s’è scoperto il problema e s’è disintegrato. Invece di collocarsi a una distanza di circa 150 chilometri, il satellite s’è posizionato a soli 57: le informazioni erano inviate in una lingua e lui le leggeva in un’altra. Il computer di bordo, oltretutto, non aveva la capacità di trasformare i valori da un sistema all’altro. Morale: essendo più vicino al pianeta, la maggiore densità dell’atmosfera causò un forte attrito che distrusse il satellite. Nel complesso, per tutto il progetto, la Nasa buttò via 328 milioni di dollari, più o meno il bilancio annuale di una città come Padova. C’è poco da fare: dalla Torre di Babele in poi, la confusione delle lingue ha sempre creato guai ai terrestri.