Giorgio Stefani era una persona di rara simpatia e intelligenza

Giorgio Stefani in un’immagine di Cinzia Azzolin

Giorgio Stefani era assai conosciuto a Vicenza specie nell’ambito musicale, settore in cui ha speso molte energie soprattutto in gioventù. E’ stato colto da un malore fatale mentre si trovava nella sua casa. Aveva 61 anni. Lascia la moglie Carla e il figlio Giuseppe.

Giorgio era fratello minore di Antonio Stefani e figlio di Walter e Thea, era persona di rara simpatia, intelligenza e profondità di pensiero. Difficile non vederlo sorridere: aveva la battuta pronta e l’ironia era una sua caratteristica. Un dote di famiglia. Mi chiamava “il giornalista da tavola” ma tra lui, il papà e il fratello avevano inventato soprannomi per mezza città. C’erano “Ocio” e “Farfaeta”, il primo intuibilmente rivolto a una persona strabica e l’altro riferito a un appassionato di cravatte a papillon.

Dei due fratelli, Toni è il più conosciuto a Vicenza ma Giorgio era competente come lui. Molto interessato alle cose vicentine, metodico e ordinatissimo (da quando era mancato il papà era lui a curare il suo sterminato archivio) aveva la musica nel sangue: era un grande appassionato dei Beatles. In gioventù aveva lavorato a Radio Star, assieme a Paolo Limoli e a molti altri; era stato anche produttore discografico e autore. Tra l’altro, aveva seguito la nascita e la crescita dei Firefly, il gruppo di Maurizio Sangineto che ebbe molta fortuna nei primi anni Ottanta arrivando a scalare le classifiche Usa.

A suo tempo ha fatto parte anche di un gruppo, l’International music system, attivo nella musica elettronica, che ha prodotto due album fra il 1981 e il 1983. Ne nascerà anche un esperimento di dancing therapy con l’apporto di Paolo Limoli e Rebecca Mc Lain, ballerina americana che a Vicenza negli anni Ottanta era nota per la sua Star dance academy.

Quando un paio di anni fa scrissi il libro Vicenza Ottanta, Giorgio mi raccontò del suo grande (e poco conosciuto a Vicenza) successo discografico. Nel 1983 l’etichetta Mister Disco pubblicò “Spacer woman” scritta da Maurizio Cavalieri, nel frattempo accreditatosi nel mondo musicale come Charlie, ed eseguita assieme a lui. La canzone allora fu un fiasco, ma il tempo è galantuomo: adesso conta sette milioni di visualizzazioni su Youtube in mezzo mondo; soprattutto in Germania va fortissimo. Da segnalare nel brano i vocalizzi al vocoder della moglie di Giorgio, Carla Candia.

Innamorato degli Usa, Giorgio aveva lavorato per un periodo anche alla base americana della Ederle. Ricordo che trasformava i quadretti di vita lavorativa quotidiana in gustosi aneddoti. Da ultimo coordinava il lavoro al caffè della stazione ferroviaria. Ma molti lo ricorderanno nel negozio Discotape di corso Fogazzaro e prima ancora al Roxy records in contrà Pigafetta, accanto al negozio di jeans San Francisco di Dado. La musica è stata davvero la sua vita.