Emerge l’immagine di una città in preda alle doglie: c’è voglia di cambiamento, ma si denuncia anche molta pigrizia e paura, tipiche di Vicenza

La prima e la quarta di copertina dei “Memorabili vicentini” con le immagini dei 48 personaggi di cui si parla

 

È nelle librerie Traverso e San Paolo, in corso Palladio e contrà Battisti a Vicenza, il mio nuovo libro Memorabili vicentini – La città allo specchio edito con la consueta cura da L’occhio del ciclope. L’impaginazione è curata da Gaia Zuccolotto, la copertina dal celebre grafico milanese Alberto Rossi e un importante contributo alla supervisione dei testi l’ha fornito Davide Cocco. Di seguito, la presentazione del libro, che ha 192 pagine.

In queste pagine troverete 48 vicentini contemporanei raccontati attraverso interviste o ritratti. Gli articoli sono apparsi in questi tre anni di vita de “Il Vicenza”, progetto editoriale di cui sono il coordinatore dal febbraio 2021 all’interno del gruppo veneto “La Piazza”. In massima parte sono l’autore dei pezzi, con qualche aiuto di chi scrive (o ha scritto) sul mensile: Luca Matteazzi, Sara Panizzon, Silvio Scacco. C’è anche un ospite illustre come Luca Ancetti, al tempo direttore de “Il Giornale di Vicenza”, che ha intervistato Madame al Premio Basilica Palladiana a Sandrigo nel 2022. Naturalmente, troverete gli autori debitamente citati.

Ho voluto intitolare questa raccolta “Memorabili vicentini” in ricordo di altri “Memorabili”, quelli scritti da Giovanni da Schio poco meno di duecento anni fa e rimasti a fotografare la sua Vicenza. A lui, dopo due secoli, si fa ancora riferimento per capire storie e personaggi del tempo. A differenza sua non ho, come si dice, il pennino intinto nel veleno però chissà che questo libro abbia la stessa fortuna e serva in futuro a capire qualcosa della Vicenza e della cultura di questi anni.

È stato proprio questo l’interesse che mi ha spinto – spesso, se non sempre – a scegliere gli interlocutori oppure a interessarmi di qualcuno: ho cercato di approfondire i vari temi legati alla vita di questa tormentata città, ai suoi problemi, al suo futuro. Ne sono uscite riflessioni interessanti, che mettono in luce i pregi (pochi) e i difetti (molti) di Vicenza e dei vicentini. Siccome oramai sono oltre 40 anni che mi interesso da cronista della vita vicentina, posso dire che da questi dialoghi esce un contributo interessante alla comprensione dei problemi. Emerge, in particolare, l’immagine di una città in preda alle doglie: qualcosa vorrebbe nascere, ma spesso non ce la fa. Insomma, c’è più desiderio di cambiare che forza convinta a spingere per voltare pagina. Spesso, non c’è la consapevolezza condivisa di agire assieme: ma la mancanza di senso civico comunitario, com’è noto, è un vecchio problema dalle nostre parti.

Nei 48 ritratti sono presenti trasversalmente tutte le generazioni: da coloro che hanno ancora il numero 2 a indicare gli anni (Alberto Piovesan, Gabriele Strata, Francesca Calearo “Madame”) agli ultranovantenni come Cleto Munari e Giorgio Sala. Magari arrivare come loro così avanti nel rigirare la clessidra. In mezzo, sono rappresentate tutte le decadi.

Gli articoli sono riprodotti esattamente come sono stati pubblicati, senza aggiornamenti. E, credetemi, non perdono di efficacia. Per molti interlocutori la mia è stata la prima intervista della vita, benché siano anche personaggi d’esperienza e con rilevanti posizioni sociali o traguardi raggiunti. Il che mette in luce un altro aspetto del carattere vicentino che vale la pena indagare: la riservatezza.

Di altri, invece, che magari non entrano nel dibattito sul presente e sul futuro di Vicenza valeva la pena raccontare proprio quello che sono, a motivo di scelte di vita o di capacità dimostrate.

Avviso che questi 48 ritratti non esauriscono la schiera dei “Memorabili vicentini”, che potrà contare (almeno) su un nuovo libro. Di sicuro vale per tutti una bella frase di Enzo Biagi che ha riservato alle sue migliori interviste: “Siamo orgogliosi di essere loro contemporanei”.

a.d. l.